Il grembiule
Negli anni sessanta io ero un bambino che frequentava la scuola elementare, la nostra divisa era un grembiulino nero con un colletto bianco e un fiocco azzurro. I colletti quelli più pratici avevano dei bottoncini automatici,grande invenzione,comodi da lavare per le nostre mamme,ma facili da perdere per noi bambini. Il fiocco restava sempre perfetto fino alla fine delle lezioni, ma solo per i pochi secchioni della classe,per la maggior parte di noi era una vera penitenza,sempre slacciato o legato in qualche modo,masticato e sfrangiato alle estremità. I grembiuli avevano delle tasche esterne spesso scucite o impataccate al loro interno di gomma da masticare , le cinture a volte erano strappate per i nostri giochi violenti , penzolavano da una parte come code di animaletti fino al ritorno a casa, dove di sicuro c'era da aspettarsi una bella sgridata dalla mamma. Guardavamo i compagni quelli più grandi di quinta con una punta di invidia, perché loro non portavano più il colletto e il fiocco e potevano tenersi sempre il grembiule slacciato. In inverno molti bambini prendevano il raffreddore e nelle pause di silenzio in classe si poteva ascoltare un vero concerto di musica d’avanguardia, realizzato con il continuo tirare su con il naso e il soffiare nei fazzoletti. Quando ormai il fazzoletto era troppo pieno e inutilizzabile si passava ad asciugarsi il naso sulle maniche e il fondo del grembiule, lasciando delle patacche ormai secche bianche su fondo nero. I più creativi riuscivano a scrivere il proprio nome sulla manica del grembiule con la punta del naso bagnato di (naricc in dialetto ) io non sono mai riuscito a farlo, il mio nome era troppo lungo…
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