Una estate fa

Ma che mare e mare!una volta erano solo i ricchi i sciurr (in dialetto) che si potevano permettere di andare al mare con le loro belle automobili, magari a Rimini o a Saint Tropez.Noi operai in estate, per fare il bagno si andava invece al canale o alla roggia e solo di domenica perchè di sabato si lavorava tutto il giorno.Si partiva di mattino a buon ora,per trovare un bel posto sull'argine,magari con un po' d'ombra vicino,per mettere il tavolo,la sdraio,o la coperta per schiacciare un pisolino.Una volta trovata la sistemazione,l'incarico più impegnativo era quello di sistemare le cassette colme di cibo, perchè doveva bastare fino al tramonto.Non si poteva dimenticare nelle scorte di sopravvivenza,la radiolina per ascoltare al pomeriggio i risultati delle partite di calcio,il giornale da leggere "la gazzetta dello sport" e la schedina giocata per controllare se si era fatto magari un tredici e diventare finalmente milionari.Capitava a volte,di trovare un vicino di tavolino,sindacalista "impegnato"e di finire immancabilmente per il resto della giornata a parlare di politica oltre che di sport.I ragazzini in genere ascoltavano la musica dai giradischi,oppure giocavano a pallone,a mezzogiorno spaccato ci si doveva sedere tutti a tavola per il pranzo.Gli ordini delle mamme erano categorici,dopo aver mangiato per chi voleva fare il bagno doveva aspettare per forza almeno tre ore.Trascorse quelle interminabili ore i ragazzi potevano entrare in acqua,i meno esperti di nuoto portavano come salvagente delle camere d'aria di automobile,alcuni di loro arrivavano addirittura con enormi ciambelloni di camere d'aria di camion.I giovanotti invece preferivano emigrare in branco dal paese,a bordo delle loro piccole e taroccate Fiat 500 Abarth,per raggiungere le spiaggie di sabbia sul fiume Ticino,dove risultava abbastanza facile fare nuove amicizie fra le compagnie di ragazze.

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